America-Cina

2022-09-17 04:10:52 By : Ms. Grace Wang

Buongiorno, e bentornati su America-Cina dopo un weekend intenso, almeno sul fronte nordest dell’Ucraina: negli ultimi giorni i soldati di Kiev hanno ricacciato indietro l’invasore e raggiunto il confine, i russi hanno risposto colpendo la seconda centrale termica del Paese che ha lasciato senza elettricità un milione di persone a Kharkiv (sopra, nella foto Afp di Sergey Bobok, le macerie nel giardino di un asilio cittadino ) e non solo. Quella della resistenza ucraina è un’avanzata incredibilmente rapida, ma lo Stato maggiore invita alla cautela. Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che i prossimi 90 giorni saranno vitali per l’Ucraina, più dei primi 30 anni di indipendenza,

Intanto la Russia avrebbe rimosso un altro generale, Roman Berdnikov, che aveva comandato l’intervento russo in Siria ed era stato nominato comandante del Distretto militare occidentale il 26 agosto. L’inattesa avanzata ucraina, e la conseguente fuga dell’Armata, ha anche portato le autorità russe a rimandare i referendum di annessione nelle regioni di Kharkiv e Zaporizhzhia «a tempo indefinito».

La nostra settimana riparte da qua, buona lettura!

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Mezzi russi abbandonati nella regione di Kharkiv (foto Afp/General Staff of the Ukrainian Armed Forces)

Era stato il comandante delle forze armate Valerii Zaluzhnyi ad annunciare in mattinata che, dall’inizio di settembre al giorno numero 200 della guerra in Ucraina, la controffensiva nel Nord Est aveva conquistato 3.000 chilometri quadrati di territorio e le truppe di Kiev si trovavano a 50 chilometri dal confine con la Russia. In serata nuovi chilometri erano stati macinati: la controffensiva ha strappato a Mosca gran parte della regione di Kharkiv, arrivando a piantare a la bandiera ucraina al valico di frontiera di Hoptivka . In una lunga fila di auto sono fuggiti in Russia anche migliaia di civili: non necessariamente tutti filorussi, ma persone che hanno paura di morire sotto le bombe.

Non è noto il numero dei prigionieri di guerra russi , ma i video indicano che potrebbero essere centinaia. Il processo di «filtraggio» prevede anche l’arresto di civili sospettati di essere collaboratori dei russi. Il più importante è il capo della polizia di Balaklyia, mentre non è noto dove si trovi il sindaco filorusso di Izyum, città cruciale che secondo fonti militari sarebbe stata alla fine riconquistata. La nuova linea del fronte si trova lungo il fiume Oskol, nella parte orientale della regione di Kharkiv . Il fiume taglia Kupyansk e divide i quartieri riconquistati dalla zona industriale periferica ancora in mano russa. Ma la situazione è in continuo cambiamento e la linea del fronte cambierà di nuovo.

(...) Nella notte i russi hanno colpito la seconda centrale termica più grande del Paese , a Kremenchuk, lasciando al buio Kharkiv, Poltava, parte di Odessa e la stessa Kremenchuk. Una «vendetta» contro le infrastrutture in risposta alla controffensiva, secondo il presidente Zelensky, che ha assicurato che «il freddo la fame, il buio e la sete» non fermeranno gli ucraini . «Credete ancora che siamo un solo popolo? — ha detto rivolto alla Russia —. Pensate ancora di poterci spaventare, spezzare, costringere a fare concessioni? Leggetemi le labbra: senza gas o senza di voi? Senza di voi. Senza luce o senza di voi? Senza di voi». Alla Cnn il leader ucraino ha detto di non essere «al momento» pronto a negoziare con Mosca : «Non vedo alcun desiderio da parte loro».

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Due parole: successi e prudenza . I primi sono quelli ottenuti nuovamente in queste ore dagli ucraini nella regione di Kharkiv. Con molto materiale conquistato. Gli analisti insistono anche sull’impatto politico della sconfitta. Al tempo stesso a Kiev continuano a predicare cautela, sanno che la minaccia dell’invasore è ancora alta , l’avanzata è stata così repentina che può diventare complicato alimentarla.

Il dittatore ceceno Kadyrov è incontenibile . Critica il comando russo, annuncia che le sue unità speciali tornano al fronte, si agita sul piano mediatico. Il burattino impartisce lezioni al burattinaio . Come sempre, quando le cose vanno male, c’è chi prova a defilarsi e a rilanciare le proprie ambizioni.

Il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis è stato netto : «Sarà franco. Non c’è dubbio che i russi sarebbero stati spazzati via mesi fa se equipaggiamenti adeguati fossero stati garantiti all’Ucraina fin dal giorno 1». C’è della propaganda e della realtà . La resistenza ha potuto conseguire dei risultati con pazienza, addestramento e forniture: tutto ha richiesto tempo, non si cambia un conflitto in una settimana semplicemente inviando le armi.

Putin si connette con il Consiglio di sicurezza in videoconferenza, il 9 settembre (foto Ap/Kremlin Pool)

Quando Mc Donald’s ha abbandonato la Russia, in giugno, il logo dei nuovi fast food autarchici — due bastoncini e un cerchio, a stilizzare patatine&hamburger — doveva far capire che nulla cambiava. Ma siccome le sanzioni colpiscono duro, e le patate non arrivano più, anche le chips son diventante un bene di lusso : come i salumi e il cotone, i guanti chirurgici e la carta igienica . E lo sport? «Ci faremo le olimpiadi in casa», disse sprezzante un portavoce del Cremlino, quando il Cio escluse Mosca. Ma ora lo scontento degli atleti è forte: «Dobbiamo pensare a qualcosa — ammette preoccupato lo stesso portavoce — i nostri sportivi stanno avendo grossi problemi…». Perfino i fuochi d’artificio: sabato, Mosca s’è illuminata di botti per il Giorno della Città e Vladimir Putin ha inaugurato una ruota panoramica . Ma un analista politico suo amico, Sergey Markov, gliel’ha detto chiaro: «Le autorità non dovrebbero festeggiare, mentre il popolo è in lutto». E il leader di Giusta Russia, Sergey Mironov, altro fedelissimo, ha ammesso che «i fuochi vanno rinviati al giorno della vittoria sui nazisti: un giorno che è ancora lontano» .

Operazione Fallimentare Speciale . La sorprendente ritirata da Kharkiv non è ancora una vittoria ucraina — un quinto del Paese resta in mano a Putin —, ma Kiev sta dimostrando di saper vincere anche in campo aperto, non solo con manovre d’astuzia. Ed era dalla Seconda guerra mondiale che non si vedeva una disfatta così rapida d’interi reparti russi . «Ci sono stati errori — riconosce Ramzan Kadyrov, il capo ceceno — e se non si cambia strategia, andrò io a spiegarlo ai vertici di Mosca: è una situazione infernale». Un inferno che smuove anche il tetragono ministro degli Esteri, Sergey Lavrov : «Noi non rifiutiamo i negoziati — dice — ma chi rifiuta deve capire che più ritarda questo processo, più difficile sarà negoziare». Pure il presidente francese Emmanuel Macron getta l’amo , proponendo in una telefonata a Putin di «ritirare le armi pesanti dalla centrale di Zaporizhzhia».

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Un panorama notturno di Vienna (foto Afp/Joe Klamar)

(Guido Olimpio ) In Austria hanno aperto un’inchiesta su una questione «sensibile» : nel 2018, quando era al potere il conservatore Sebastian Kurz, vi sarebbe stato il tentativo di creare una nuova intelligence . Dietro il progetto — e qui il punto — elementi considerati vicini alla Russia, diplomatici e politici. L’operazione, però, è fallita. Vienna, durante la Guerra fredda, è stata una delle capitali dello spionaggi o mentre in anni più recenti è stata teatro di azioni condotte da servizi di numerosi Paesi. Da quelli mediorientali ai russi impegnati nella caccia ad esuli ceceni.

Uno dei fumetti incriminati mostrato alla stampa dalla polizia di Hong Kong

Diciannove mesi di carcere per la pubblicazione di libri sediziosi dedicati ai bambini di Hong Kong . I condannati sono cinque terapisti infantili dell’Associazione hongkonghese di ortofonia, la disciplina medica che si occupa di curare le alterazioni della voce e del linguaggio. I cinque avevano distribuito una serie di fumetti ai loro piccoli pazienti, con favole su lupi cattivi venuti da fuori per dare la caccia a candidi agnelli asserragliati nel loro villaggio . Apparentemente materiale innocuo, utile solo ai bambini con difficoltà di linguaggio, chiamati durante la terapia a leggere le avventure ad alta voce.

Ma la giustizia di Hong Kong, che nel luglio del 2021 aveva fatto arrestare i cinque (tutti giovani tra i 25 e i 28 anni) ha sentenziato che le pubblicazioni nascondevano un messaggio sovversivo diretto a esaltare le proteste di piazza che avevano scosso la City nel 2019. Si tratta di una trilogia. Titolo della prima storiella: «I guardiani del villaggio delle pecore». Secondo l’accusa, le pecorelle erano la rappresentazione a fumetti dei cittadini del fronte democratico che nel 2019 si sono scontrati con i poliziotti-lupi che assediavano il loro villaggio, vale a dire Hong Kong. Altro titolo incriminato e condannato: «I 12 coraggiosi del villaggio»: un gruppo di agnelli che parte in barca per sfuggire all’assedio e continuare la resistenza in esilio. Un riferimento chiaro al caso di 12 attivisti arrestati mentre cercavano di raggiungere Taiwan su un motoscafo.

Secondo la Corte, gli autori dei fumetti hanno cercato di «attizzare l’odio, in particolare quello dei bambini , contro il governo e la giustizia di Hong Kong, seminando il seme dell’instabilità e incoraggiando la violenza». Gli imputati non hanno negato che il loro lavoro includesse un significato politico : «Le nostre erano storie raccontate dal punto di vista della gente, volevamo aiutare i bambini a comprendere il significato di ingiustizia». Il giudice ha osservato che si è trattato di un tentativo di «lavaggio del cervello» e ha concluso che «leggendo quei libretti, i ragazzini sarebbero indotti a credere che il governo della Repubblica popolare cinese voglia rovinare la bella vita di Hong Kong».

La giustizia della City continua a saldare i conti con gli esponenti dell’opposizione democratica , due anni dopo l’introduzione della Legge sulla sicurezza nazionale cinese. La sedizione è un reato previsto da una legge lasciata in eredità dall’Impero britannico all’ex colonia restituita alla Cina nel 1997. Ha contorni vaghi. Ma da allora non era mai stata utilizzata . Ora viene usata in alternativa alla nuova Legge sulla sicurezza nazionale cinese. Il risultato è lo stesso: arresto e condanna.

(Guido Olimpio ) Taglia su Leonard il grasso. Le autorità americane hanno offerto 40 mila dollari di ricompensa nella speranza di ottenere informazioni sul latitante. Leonard Francis, imprenditore, è scappato il 4 settembre alla vigilia del processo che doveva affrontare in un tribunale di San Diego. È accusato di corruzione, truffa e altri imbrogli ai danni della Us Navy : lui era il fornitore della flotta del Pacifico e per anni ha «oliato» alti ufficiali. Il danno stimato è di 35 milioni di dollari.

Gli investigatori ritengono che sia ormai all’estero — insieme alla madre e tre figli —, una fuga forse facilitata dall’esistenza di denaro nascosto da tempo. Dove potrebbe essere andato? Messico, come prima tappa, quindi qualche Paese che non ha trattato di estradizione con gli Stati Uniti. E c’è anche una preoccupazione legata alla sicurezza : Leonard potrebbe raccontare molto a russi e cinesi. Lui stesso si era vantato di essere stato contattato da emissari delle due potenze.

Li Yifeng nel ruolo cinematografico del giovane Mao

(Guido Santevecchi ) Sabato sera il grande pubblico è rimasto sorpreso per la mancata apparizione in uno spettacolo tv di Li Yifeng, uno degli attori giovani più popolari della Cina. Domenica si è scoperto perché: «Ha confessato di aver frequentato prostitute in numerose occasioni», riferisce il comunicato della polizia di Pechino che lo ha arrestato nel fine settimana . La buoncostume mandarina non ha fornito le sue generalità complete: si tratta di un uomo di nome Li, di professione attore, ha annunciato l’Ufficio di pubblica sicurezza della capitale. Una finzione di riservatezza, perché pochi minuti dopo tutta la stampa cinese era stata informata del grande scandalo che ha bruciato Li Yifeng, 35 anni , considerato così affidabile e ligio alle regole che l’anno scorso gli era stato affidato il ruolo di Mao Zedong giovane nel blockbuster Il Pioniere e il Partito aveva utilizzato il suo volto per una campagna sulla sicurezza nazionale.

L’artista, famoso in tutta l’Asia anche con il nome Evan Li, è in «detenzione amministrativa» : dal 1949 la Repubblica popolare cinese ha vietato la prostituzione, e ai tempi di Mao il Partito vantava tra i suoi successi la quasi estinzione del «mestiere più antico del mondo». Ma l’economia di mercato ha rilanciato anche questa industria clandestina : oggi, secondo i dati dell’Onu in Cina le prostitute sono tra i 4 e i 6 milioni, stime non ufficiali portano il numero a 20 milioni e il giro d’affari addirittura a 120 miliardi di dollari all’anno . Nelle «città del vizio» vengono ricorrentemente lanciate grandi retate, ma dopo qualche settimana di clamore, tutto sembra tornare al «business as usual» (come nel resto del mondo).

Essere scoperto con una prostituta in Cina non è un reato penale , ma un’infrazione punibile con un massimo di 15 giorni di detenzione amministrativa e una multa fino a 5.000 yuan (meno di 700 euro). Pochi spiccioli per una celebrità come il giovane Li Yifeng. Ma la sua stella si è già spenta a Pechino, dove da mesi è in corso una campagna di moralizzazione del mondo dello spettacolo «contro gli eccessi dovuti alla popolarità». Subito dopo la notizia, una serie di grandi marchi internazionali, da Prada a Sensodyne, si sono affrettati a cancellare i suoi contratti di sponsorizzazione.

Carlos Alcaraz al servizio a New York (foto Ap/Mary Altaffer)

Impossibile fermare il vento del cambiamento. Spira forte dall’Hudson sul Queens in una giornata grigia di pioggia e si porta dietro l’irrefrenabile voglia di tennis di Carlos Alcaraz, il ragazzo di Murcia che va di fretta e in un pomeriggio newyorkese, a 19 anni, quattro mesi e sei giorni, si prende tutto: l’Open Usa, il primo (di molti) Slam della carriera, e la vetta del ranking mondiale, più giovane re della storia dall’introduzione della classifica Atp (correva il 23 agosto 1973). Il norvegese Casper Ruud, un altro che — vincendo — sarebbe diventato numero uno (sale al n.2), è battuto in quattro set (6-4, 2-6, 7-6, 6-3) in 3h20’ da un fenomeno assoluto, arrivato in finale a New York con nelle gambe oltre venti ore di battaglie (successi in cinque set con Cilic, Sinner e Tiafoe) ma capace di gestire stanchezza e cambi di ritmo con la maestria di un veterano, perché in una vita precedente Alcaraz doveva per forza essere un uragano o comunque un elemento delle forze della natura, in grado di scoperchiare i tetti, sovvertire l’ordine delle cose, le gerarchie precostituite, la narrazione dei fatti.

Grazie per averci letto anche oggi fino all’ultima riga. Buona giornata,