Ferrari, Red Bull, Mercedes e una possibile sorpresa: le carte sul tavolo di Monaco - Carlo Platella - Opinioni

2022-05-29 03:05:50 By : Mr. kavin chen

L’approdo del Circus nel Principato a soli sette giorni dall’evento che ha sancito il cambio di leadership di entrambe del Mondiale si pone come la situazione ideale per gli appassionati, ansiosi di conoscere la direzione che prenderà il campionato con l’appropinquarsi della stagione estiva. Il controverso Gran Premio di Monaco è noto per offrire uno spettacolo tanto di primo livello in qualifica quanto monotono in gara, ma le peculiarità dell’evento monegasco accrescono le variabili in grado di condizionare i rapporti di forza nel toboga della Costa Azzurra. L’atipicità del tracciato è tale da porre grande risalto all’interpretazione tanto dei piloti quanto delle squadre, andando oltre le semplici caratteristiche delle monoposto e rendendo riduttiva la stesura di un pronostico sulla base esclusivamente delle vetture che da inizio stagione si sono dimostrate più agili nel lento.

In primo luogo, a Montecarlo le vetture lavorano in condizioni radicalmente diverse dal resto della stagione, nonché dagli obiettivi di progettazione. Asperità, cordoli e trazione dalle basse velocità impongono regolazioni più morbide degli elementi interni della sospensione, su monoposto concepite invece per essere assettate con un elevato livello di rigidezza del gruppo sospensivo per generare il massimo del carico aerodinamico dal fondo. Grande importanza è quindi attribuita alla flessibilità di ciascuna vettura, da intendersi come la capacità di offrire un ampio intervallo di regolazioni possibili e di lavorare efficacemente anche con un set-up distante da quelli tradizionalmente utilizzati. Da non trascurare inoltre come sovente a Monaco le squadre portino sospensioni riviste nei braccetti esterni per garantire maggiori angoli di sterzo in curve quali Loews e Rascasse. Fondamentale infine l’abilità delle squadre di prevedere l’enorme evoluzione della pista nell’arco del week-end, con l’apertura delle strade al traffico cittadino la sera, aspetto da tenere in considerazione nella delibera del set-up.

Anche sul fronte gomme non mancano le anomalie. Per la prima volta da inizio campionato Pirelli porta il trittico di mescole più morbide dell’intera gamma, vale a dire le C3, C4 e C5, quest’ultima utilizzata solamente a Melbourne. Da evidenziare inoltre i parametri inusuali prescritti dell’azienda italiana per la gestione degli pneumatici. Gli angoli di camber End of Straight, facenti quindi riferimento alle condizioni di marcia alla massima velocità, sono di -3.50° all’anteriore contro i -3.25° di Barcellona, ma è soprattutto al retrotreno dove spiccano le differenze, con un passaggio dai -1.75° in vigore in Spagna a ben -2.50°. A rimarcare ulteriormente le condizioni atipiche di lavoro delle vetture, le pressioni statiche di gonfiaggio scendono a 21.0 psi all’avantreno, mentre appaiono ancor più basse al posteriore, con un valore di 17.0 psi contro la media nell’ordine dei 20.0 psi. Dal momento che Pirelli prescrive le pressioni statiche così che, con l’auto in marcia, venga raggiunta una determinata pressione stabilizzata, la scelta di valori bassi al retrotreno dimostra quanto elevato sia l’incremento di pressione in marcia e quindi quanto a Monaco sia sollecitato l’asse posteriore. A dispetto della singola sosta e della scarsa usura attesa in gara, la strategia sarà fondamentale. Data la difficoltà di messa in temperatura delle gomme, complici l’asfalto a basso grip e le ridotte velocità di percorrenza, l’anticipazione della sosta per guadagnare posizioni attraverso l’undercut raramente si rivela redditizia. Decisamente più premiante si presenta l’overcut, allungando il primo stint per sfruttare la gomma calda ed eventualmente per aumentare le possibilità di beneficiare di una sosta in regime di Safety Car. Il dilemma per le squadre sarà quindi la scelta della gomma in partenza, se più dura per ritardare la sosta o più morbida per provare a guadagnare posizioni con lo scatto in partenza.

La pista monegasca è classificata dai tecnici Brembo con una severità di 3 su 5 per l’impianto frenante. I piloti ricorrono ai freni in nove occasioni durante il giro, per un tempo di utilizzo del 21% e un carico cumulato esercitato sul pedale in gara di 73 tonnellate. Le basse velocità di percorrenza complicano l’evacuazione del calore, rendendo il raffreddamento dell’impianto un aspetto critico e inducendo le squadre a adottare configurazioni a massimo cooling per pinze e dischi. In passato si è assistito a episodi di evaporazione parziale del liquido nel circuito idraulico, con un progressivo e pericoloso allungamento della corsa del pedale, fenomeno che pose prematuramente fine alla corsa di Charles Leclerc in Alfa-Sauber nel 2018. La staccata più impegnativa rimane quella della Sainte Devote, con un delta di velocità compreso tra i 280 e i 110 km/h e un picco di decelerazione di 4.3 g. Alla luce del quadro tecnico delineato dalle strade monegasche, è possibile trarre alcune considerazioni sulle speranze delle singole squadre, al netto delle sorprese di un meteo che promette pioggia per quasi tutto il week-end.

Red Bull I leader della classifica hanno dimostrato di riuscire a mandare più agevolmente le gomme in temperatura rispetto ai diretti rivali, aspetto cruciale su un asfalto a scarso grip e dove le basse velocità di percorrenza limitano l’energia verticale trasferita agli pneumatici. Già nel 2021 il riscaldamento delle coperture è stato cruciale a Monaco, mandando in forte crisi la Mercedes, ed è atteso essere ancor più rilevante nell’edizione 2022, che vede la temperatura delle termocoperte anteriori abbassata da 100 a 70°C. La RB18 inoltre è apparsa migliorata nelle sezioni a bassa percorrenza maggiormente limitanti al posteriore, grazie anche alla drastica opera di alleggerimento della vettura, sebbene non sembri ancora aver raggiunto i livelli della F1-75. Montecarlo infine è l’unica gara, insieme al Messico, dove le squadre adottano le configurazioni di massimo carico aerodinamico in assoluto. Nel 2021 Red Bull ha dato prova di disporre di un potenziale di carico massimo superiore a Mercedes, motivo per cui sarà interessante valutare dove si collocherà nel 2022 rispetto alla diretta concorrenza.

Per contro, la monoposto di Milton Keynes non potrà esprimere una delle proprie migliori qualità, ossia le punte velocistiche in rettilineo. La RB18 inoltre è una vettura che tendenzialmente esprime al meglio il proprio potenziale in gara, con alcune difficoltà a stabilizzare le pressioni delle gomme sul giro secco. A Montecarlo difficilmente la costanza sul passo gara può però sovvertire l’esito di una qualifica non eccellente e sarà proprio questo uno degli aspetti su cui si concentreranno maggiormente i tecnici di Christian Horner.

Ferrari Sulla carta la F1-75 è la monoposto più affine alle stradine del Principato. La Rossa denota un’intrinseca agilità nel lento e nelle fasi di trazione, da attribuirsi tanto alla meccanica della sospensione quanto alle strategie di erogazione della potenza elettrica della power unit. Il vantaggio su questo fronte nei confronti di Red Bull si è ridotto nel corso della stagione, fino ad andare in sofferenza nel confronto diretto nel tortuoso secondo settore di Miami. Va però osservato che in Florida la Scuderia avesse adottato assetti di compromesso, con un bilanciamento spostato all’avantreno per privilegiare la percorrenza nel veloce, sacrificando la stabilità del posteriore nel tratto più lento. A Barcellona, complice il nuovo pacchetto di aggiornamenti, la F1-75 è tornata a un miglior bilanciamento complessivo, esprimendo i migliori tempi nel tortuoso terzo settore. A Monaco i compromessi sul bilanciamento inoltre sono meno marcati, motivo per cui è lecito aspettarsi una Ferrari che potrà giovare al meglio della stabilità del proprio retrotreno.

A Montecarlo ci si attende anche una migliore competitività da parte di Sainz, che, grazie anche agli assetti tipici del week-end monegasco, si è spesso trovato a suo agio tra le stradine del Principato. Per la squadra del Cavallino l’incognita maggiore deriva dalla messa in temperatura delle gomme anteriori, che come anticipato sarà ancor più critica che nelle passate stagioni. Nella prima parte di stagione la Rossa ha espresso delle lacune in quest’area, che potrebbero essere amplificate in caso di un week-end caratterizzato da pioggia e basse temperature.

Mercedes “Monaco è una gara a sé. Quello che si è visto a Barcellona non è detto che sia pertinente, tanto è vero che penso che Mercedes farà parte della lotta a Montecarlo, perché è una macchina che ha carico e trazione, per cui non mi stupirei se George o Lewis potessero fare una buona gara in un cittadino come Montecarlo”. Così si è espresso Mattia Binotto dopo il Gran Premio di Spagna, pronosticando le Frecce d’Argento in lotta per la vittoria a Monaco. I rilevamenti cronometrici e le osservazioni a bordo pista nel tortuoso terzo settore di Barcellona hanno evidenziato una W13 in difficoltà in trazione e con un retrotreno ballerino. Non è però da escludersi che il comportamento della vettura di Brackley possa essere corretto a Monaco, con un bilanciamento meno volto al compromesso con l’avantreno di quanto lo fosse in Spagna. Già in Catalogna Russell è riuscito ad artigliare una seconda fila in qualifica, risultato che potrebbe essere confermato o migliorato nel Principato, con la differenza di una maggiore possibilità di difesa in gara.

Alfa Romeo La scuderia svizzera potrebbe rappresentare la vera sorpresa a Monaco. Un simile scenario potrebbe generare qualche perplessità, dal momento che la C42, per quanto ottima quarta forza al momento, appare ancora distante dai primi della classe. Va però osservato che sia a Miami che a Barcellona l’Alfa Romeo fosse tra le monoposto più veloci nelle curve a bassa percorrenza.

Bottas inoltre riesce a esprimersi al meglio con assetti sottosterzanti e già nel 2021 a Montecarlo andò significativamente meglio del suo compagno di squadra nonché epta-campione del mondo. Che l’Alfa possa dunque sorprendere e piazzarsi in una delle prime tre file dello schieramento? Un’ipotesi ardua, ma già nel 2021 la Ferrari, pur con un divario medio importante da Mercedes e Red Bull, dimostrò di poter essere il punto di riferimento a Monaco.

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Dovesse piovere sarebbe da thrilling.

Mi auguro che la rossa torni a vincere. Ma seguire la gara, sarà una noia mortale!

Monaco, come sempre, è una parentesi, va presa per quello che è sul piano prestativo: cioè, non dice nulla. Certo, se dovesse piovere, come dicono, sarà molto più interessante.

Bottas in qualifica va forte, se piazza il colpo grosso potrebbe addirittura andare a podio…

Ferrari strafavorita sulle stradine del Principato….

Vedete in alfa in prima fila mi piacerebbe un botto!!! Anzi un bottas!! Poi la gara è sempre di una noia mortale….. Quante sc ci saranno 2? 4? O forse opteranno per bandier rosse stile Urss?

Non essendoci più Mazepin la probabilità di sc diminuisce parecchio… Fossi in Kimi però sposterei lo yacht, con Latifi in circolazione 🙄

L’Alpine avendo il passo più corto di tutti dovrebbe, in teoria, andar forte

Vedo le mercedes in terza fila

Anche piu indietro.. Hamilton lo sappiamo che i circuiti da veri piloti non li gradisce