Libri a Colazione 17 settembre 2022 - BookBlister

2022-09-24 05:40:23 By : Mr. Nick Lin

Alberto stringe in mano una penna, lo fa spesso. Toglie il tappo, se la passa da una mano all’altra, ci gioca un po’ poi rimette il tappo e se la rinfila nel taschino. Alle volte la fatica di scrivere sta nella penna che graffia la carta e per capire cosa c’è scritto devi guardare in controluce. Ma per lui la fatica è un’altra… raccontarsi è come partire per un viaggio senza binari e per uno che nella vita ha fatto il ferroviere è tutto dire.

Si passa tutta la vita a imparare e farsi più preparati e poi, quando meno te l’aspetti, arriva qualcosa che ti smangiucchia un poco alla volta. Perché se non è facile imparare, è ben più difficile accettare di disimparare. Dimenticarsi per esempio che le grate – cavoli, un tempo ci avresti ballato il tiptap sopra! – sono grate e non corri il pericolo di cascarci dentro. Scordarsi come si fanno le cose, perdere l’equilibrio, il nome delle persone… pure della badante che ogni tanto lo chiama a voce alta per controllarlo ché a lui piace camminare.

A pensarci bene è un po’ come balbettare di nuovo. È successo quando era piccolo ed è arrivato suo fratello Franco. Solo che adesso non balbetta le parole, Alberto balbetta i pensieri. Anzi, si sente come uno spaghetto che la malattia non ha ancora cotto a puntino. È vivo! Ma la sua capoccia sta andando a farsi benedire.

Se potesse organizzerebbe un funerale a tutte le parole che se ne vanno e non tornano più manco se le senti nella voce degli altri.

Quel che è certo? Il presente per Alberto è una faccenda strana. Non c’è un domani e se c’è chissà che diavolo di giorno è. Ma ci sono senza dubbio i sessant’anni e più che ha vissuto. Adesso il passato è il suo presente.

Mi sono molto commossa leggendo questo viaggio nella memoria, così semplice, fresco e vivo che Alberto l’ho tenuto per mano, come fa la sua badante, gli ho guardato le unghie, pensato di dar loro una tagliatina, ho fissato i palmi come fanno le maghe. E ho pensato che qualcosa rimane: le emozioni di certo che da lui sono arrivate a me e che, forse, faranno un viaggio ancora più lungo e raggiungeranno anche a te.

Sei favorevole alle droghe? Se ti pare una domanda inopportuna, scusa. Ma sappi che la faccenda potrebbe riguardarti parecchio, anche se credi che sia molto molto lontana da te.

Molto probabilmente anche tu, tutte le mattine – anche pomeriggi e sere, se non temi l’insonnia – ne fai largo uso. Ma se la teina e la caffeina a te non paressero droghe, potrei contraddirti sottolineando che: a. producono effetti specifici sul tuo corpo e b. molto probabilmente ne sei dipendente.

Il fatto che siano sostanze socialmente accettate e che siano pure legali, certamente, le rende diverse da altre sostanze come la cocaina e l’oppio… ma allora cosa sono le droghe? Una sostanza che induce delle modifiche corporee? Be’, allora quasi tutto quello che ingeriamo dallo zucchero all’alcol, passando per la camomilla è una droga! Il grado di tossicità o di dipendenza che generano? Sappi che teina e caffeina possono fare ben peggio di certi psichedelici (alcuni dei quali sono stati riabilitati per i loro benefici nel trattamento di alcune patologie psichiatriche).

E, in effetti, nei vari popoli le droghe si assumono proprio perché inducono dei benefici… fa anche un po’ ridere pensare che il peyote è illegale ma se sei un nativo americano, siccome fa parte della tua religione, allora ti è concesso farne uso. Le droghe hanno storie controverse: accettate, bandite, limitate…ma sulla base di motivi non inequivocabili.

Insomma, ti garantisco che non c’è nulla di certo sulle droghe. Tranne una cosa: le sostanze ritenute psicoattive ci dicono molto su una società, molto delle sue paure e dei suoi desideri.

Piante che cambiano la mente è una indagine (fatta sulla pelle, garantisco) che studia tre sostanze: la morfina nel papavero da oppio, la caffeina nel caffè e nel tè e la mescalina contenuta nei cactus Peyote e San Pedro. Parliamo di tre sostanze rappresentative delle sostanze psicoattive: quelle che ti buttano giù, quelle che ti tirano su e quelle che ti portano fuori da te stesso. O meglio: sedativi, stimolanti e allucinogeni.

Michael Pollan è un autore da scoprire – in caso non lo avessi ancora fatto – che, in modo brillante e sempre coinvolgente scrive da anni sul nostro rapporto con il cibo ma ha anche raccontato la nuova scienza degli psichedelici. E stavolta ci svela molteplici storie su tre sostanze sulle quali circolano parecchie banalità. Ed è una guida perfetta perché banale non lo è, mai.

Podcast Libri a Colazione 17 settembre 2022

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